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Lo sfacelo della sanità campana

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2010 20:39
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23/12/2010 11:11
 
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Ticket, pagano anche i malati di cancro
Sparano, presidente dei medici di base: «Misura mai adottata altrove». Esentati solo trapiantati e dializzati


NAPOLI — Per favore non ammalatevi più. Perché vi toccherà pagare un ticket di 5 euro per ricetta e di 1,5 euro per ogni confezione di farmaco. Che abbiate un semplice raffreddore o il diabete poco importa. Anche se soffrite di una patologia grave e invalidante (fate gli scongiuri) cancro compreso, dovrete sottoporvi all’odioso balzello su ricetta e confezione di farmaci. A meno che il vostro reddito non sia pari a diecimila euro lordi annui. Il ticket regionale esteso anche agli ammalati cronici e gravi (unici esentati: trapiantati e dializzati) è il regalo sotto l’albero ai residenti campani di una sanità pubblica che scivola sempre più verso il fondo classifica, in zona retrocessione per usare una metafora calcistica. Una misura draconiana che non ha eguali in nessun altro angolo d’Italia, entrata in vigore nel silenzio generale dal 1 dicembre scorso.

Tra l’altro pagare è anche difficile perché la maggior parte delle Asl non è attrezzata con un servizio cassa adeguato e spesso occorre restare in fila per ore. «È uno degli effetti più gravi del commissariamento della sanità campana — conferma Luigi Sparano, presidente della Federazione medici di famiglia — altre regioni come Abruzzo, Calabria e Lazio hanno subìto il commissariamento, ma mai in misura così pesante per gli assistiti» . E magari fosse solo un problema di ticket. In tal caso non potrebbe parlare di «compressione dei livelli essenziali di assistenza» come sottolinea ancora Sparano. La verità è che se non si mette mano al portafogli e si pagano analisi e prestazioni ambulatoriali, ricorrendo ai privati, nella nostra regione c’è poco da farsi curare o da prevenire. Stiamo esagerando? Be’, giudicate voi stessi. Ecco una piccola rassegna dei tempi medi di attesa per un esame o una visita specialistica nell’Asl Napoli 1.

Una Tac all’ambulatorio di corso Vittorio Emanuele richiede 35 giorni; per un’ecografia addominale al Poliambulatorio Napoli est si dovranno aspettare 43 giorni. Una risonanza magnetica al cervello, sempre al corso Vittorio Emanuele, richiede ben 4 mesi di attesa (un lusso che un paziente oncologico non può permettersi); sempre nello stesso ambulatorio si arriva a 189 giorni sei mesi!) per una risonanza dell’addome. Anche per le analisi meno invasive le cose non vanno meglio: al poliambulatorio di Secondigliano visite oculistiche esami doppler e vascolari si prenotano oggi e si eseguiranno a maggio. Al Vecchio Pellegrini per alcune specialità d’ambulatorio ci sono prenotazioni a un anno. L’alternativa? Laboratori e ambulatori privati (ormai ex) convenzionati. Croce delle finanze regionali e «delizia» dei pazienti, i convenzionati hanno supplito fino all’estate scorsa alle vistose carenze della sanità pubblica. Ma da settembre, sospese le convenzioni, anche in questo caso si deve pagare tutto. Compresi gli esami diagnostici costosissimi: per una tac-pet ad esempio si possono spendere dagli 800 ai 1.200 euro. Una tac «semplice» dai 150 ai 300 euro. La risonanza magnetica dai 350 ai 500 euro. Un’ecografia in media 60 euro. Un check-up oltre 100.

Ultima spiaggia per chi non ha tempo né soldi: correre in ospedale. Ottenere il ricovero e attendere in reparto o in barella (a seconda della fortuna e degli agganci giusti) di sottoporsi agli esami clinici. Però non si può restare sempre ricoverati e una volta tornati a casa ricomincia la giostra degli esami a pagamento. In definitiva, per capire in quale abisso sia sprofondata la sanità campana, vi sarà sufficiente telefonare al numero verde per i servizi e l’assistenza dell’Asl Na 1 (800.888.880). Dall’altro capo del filo un jingle vi informerà che «gravi inadempienze costringono questa cooperativa a licenziare il personale tutto entro il 31 dicembre e a interrompere il servizio...» . Chiaro no? Le gentili operatrici dell’infotel spiegano che l’Asl ha da tempo chiuso i rubinetti e che loro dopo Natale torneranno a casa. «Non si risparmia sui costi dell’assistenza tagliando posti-letto e poliambulatori» tuona il presidente dell’Ordine dei medici Gabriele Peperoni. «Come medici — spiega — abbiamo le idee chiare su cosa fare anche in una situazione di grave emergenza, ma la politica dovrebbe avere orecchie per ascoltare e soprattutto più umiltà» . E magari rendersi conto che non si può chiedere a un malato di cancro di pagare un ticket sulle tante ricette settimanali e un altro ticket sulle confezioni di farmaci. È inumano, è ingiusto e anche un po’ indecente.










♫....cloudless everyday you fall upon my waking eyes inviting and inciting me to rise..and through the window in the wall come streaming in on sunlight wings a million bright ambassadors of morning...♫
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23/12/2010 16:54
 
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E' uno schifo!
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23/12/2010 17:38
 
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Re:
Adri84, 23/12/2010 11.11:

Ticket, pagano anche i malati di cancro
Sparano, presidente dei medici di base: «Misura mai adottata altrove». Esentati solo trapiantati e dializzati


NAPOLI — Per favore non ammalatevi più. Perché vi toccherà pagare un ticket di 5 euro per ricetta e di 1,5 euro per ogni confezione di farmaco. Che abbiate un semplice raffreddore o il diabete poco importa. Anche se soffrite di una patologia grave e invalidante (fate gli scongiuri) cancro compreso, dovrete sottoporvi all’odioso balzello su ricetta e confezione di farmaci. A meno che il vostro reddito non sia pari a diecimila euro lordi annui. Il ticket regionale esteso anche agli ammalati cronici e gravi (unici esentati: trapiantati e dializzati) è il regalo sotto l’albero ai residenti campani di una sanità pubblica che scivola sempre più verso il fondo classifica, in zona retrocessione per usare una metafora calcistica. Una misura draconiana che non ha eguali in nessun altro angolo d’Italia, entrata in vigore nel silenzio generale dal 1 dicembre scorso.

Tra l’altro pagare è anche difficile perché la maggior parte delle Asl non è attrezzata con un servizio cassa adeguato e spesso occorre restare in fila per ore. «È uno degli effetti più gravi del commissariamento della sanità campana — conferma Luigi Sparano, presidente della Federazione medici di famiglia — altre regioni come Abruzzo, Calabria e Lazio hanno subìto il commissariamento, ma mai in misura così pesante per gli assistiti» . E magari fosse solo un problema di ticket. In tal caso non potrebbe parlare di «compressione dei livelli essenziali di assistenza» come sottolinea ancora Sparano. La verità è che se non si mette mano al portafogli e si pagano analisi e prestazioni ambulatoriali, ricorrendo ai privati, nella nostra regione c’è poco da farsi curare o da prevenire. Stiamo esagerando? Be’, giudicate voi stessi. Ecco una piccola rassegna dei tempi medi di attesa per un esame o una visita specialistica nell’Asl Napoli 1.

Una Tac all’ambulatorio di corso Vittorio Emanuele richiede 35 giorni; per un’ecografia addominale al Poliambulatorio Napoli est si dovranno aspettare 43 giorni. Una risonanza magnetica al cervello, sempre al corso Vittorio Emanuele, richiede ben 4 mesi di attesa (un lusso che un paziente oncologico non può permettersi); sempre nello stesso ambulatorio si arriva a 189 giorni sei mesi!) per una risonanza dell’addome. Anche per le analisi meno invasive le cose non vanno meglio: al poliambulatorio di Secondigliano visite oculistiche esami doppler e vascolari si prenotano oggi e si eseguiranno a maggio. Al Vecchio Pellegrini per alcune specialità d’ambulatorio ci sono prenotazioni a un anno. L’alternativa? Laboratori e ambulatori privati (ormai ex) convenzionati. Croce delle finanze regionali e «delizia» dei pazienti, i convenzionati hanno supplito fino all’estate scorsa alle vistose carenze della sanità pubblica. Ma da settembre, sospese le convenzioni, anche in questo caso si deve pagare tutto. Compresi gli esami diagnostici costosissimi: per una tac-pet ad esempio si possono spendere dagli 800 ai 1.200 euro. Una tac «semplice» dai 150 ai 300 euro. La risonanza magnetica dai 350 ai 500 euro. Un’ecografia in media 60 euro. Un check-up oltre 100.

Ultima spiaggia per chi non ha tempo né soldi: correre in ospedale. Ottenere il ricovero e attendere in reparto o in barella (a seconda della fortuna e degli agganci giusti) di sottoporsi agli esami clinici. Però non si può restare sempre ricoverati e una volta tornati a casa ricomincia la giostra degli esami a pagamento. In definitiva, per capire in quale abisso sia sprofondata la sanità campana, vi sarà sufficiente telefonare al numero verde per i servizi e l’assistenza dell’Asl Na 1 (800.888.880). Dall’altro capo del filo un jingle vi informerà che «gravi inadempienze costringono questa cooperativa a licenziare il personale tutto entro il 31 dicembre e a interrompere il servizio...» . Chiaro no? Le gentili operatrici dell’infotel spiegano che l’Asl ha da tempo chiuso i rubinetti e che loro dopo Natale torneranno a casa. «Non si risparmia sui costi dell’assistenza tagliando posti-letto e poliambulatori» tuona il presidente dell’Ordine dei medici Gabriele Peperoni. «Come medici — spiega — abbiamo le idee chiare su cosa fare anche in una situazione di grave emergenza, ma la politica dovrebbe avere orecchie per ascoltare e soprattutto più umiltà» . E magari rendersi conto che non si può chiedere a un malato di cancro di pagare un ticket sulle tante ricette settimanali e un altro ticket sulle confezioni di farmaci. È inumano, è ingiusto e anche un po’ indecente.




è una situazione indecente
e in più aggiungo da fonti certe che gli impiegati dell'ospedale questo mese non percepiranno lo stipendio?????????
vorrei proprio sapere tutti questi soldi dove vanno a finire?
secondo loro un malato terminale fa con piacere la chemioterapia?
prende con piacere farmaci salvavita?
al vertice mangiano e noi poveri contribuenti ne paghiamo le conseguenze.... [SM=x43607]
spero che passi subito questa bufera e che le persone inidigenti non debbano pagare più questo tiket
spero anche che i dipendenti degli ospedali e tutte le persone che lavorano nei centri convenzionati con le asl vengano pagati
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23/12/2010 20:14
 
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Queste cose ovviamente Floris non le dice mai.....
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23/12/2010 20:15
 
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Re:
goisis, 23/12/2010 20.14:

Queste cose ovviamente Floris non le dice mai.....




[SM=x43802]
[Modificato da napulitanboy 23/12/2010 20:16]


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Utente Senior
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23/12/2010 20:35
 
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Re:
goisis, 23/12/2010 20.14:

Queste cose ovviamente Floris non le dice mai.....




Sallusti dovrebbe randellarlo



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Utente Veteran
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23/12/2010 20:39
 
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Sallusti somiglia a Mussolini.. meglio il manganello..

detto ciò cosa c'entra Floris?

Sparano e Scotti dovrebbe spiegare come hanno usato il sindacato e poi pensare a come e quanto hanno contribuito con le loro allegre politiche..
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