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Governo: Un piano per i titoli di studio nei concorsi La laurea peserà meno.

Ultimo Aggiornamento: 03/02/2012 07:03
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25/01/2012 03:41
 
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Re:
biond@85, 1/25/2012 1:35 AM:

ma secondo me sarebbe una scelta molto corretta ovviamente solo se Giurisprudenza della Federico II risultasse tra le migliori.
Cioè volete paragonare la laurea presa presso la nostra facoltà con quella conseguita a Urbino , al Suor Orsola, Roma tre e via discorrendo??? ma assolutamente no!!!


Roma 3 e' un'ottima Universita'. Just sayin'.
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25/01/2012 11:09
 
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Laureato con 110 e lode.

Sono favorevole all'eliminazione del valore legale della laurea a maggior ragione del punteggio.

Non condivido chi vuole presentare l'equazione 110 = coglione (mi sembra non lo stia facendo nessuno, stranamente). Tuttavia la differenza tra programmi di studio è un elemento fondamentale. Ci sono facoltà di giurisprudenza che nulla hanno da invidiare alle varie scienze delle merendine. Ora la preparazione è nettamente differente ed è un fatto.

Sullo studio lungo e minuzioso mi viene da sorridere. C'è gente che prende 30 a storia delle merendine romane dopo 4 mesi di preparazione, ma ciò non significa che è un giurista preparato ma solo che ha superato un esame con il massimo dei voti. L'equazione 30 = preparato è valida SOLO in riferimento all'esame (tolti meccanismi quali culo, raccomandazioni e simili). In pratica il voto accerta che sapete (dovreste sapere) bene il testo. ora se il testo è topolino, certamente non vuol dire che siete giuristi preparati. (p.s. ma volete mettere un 27 con Quadri ed un 28 con Caprioli?)

Potete studiare quanto volete, ma la memoria è fallace. Dopo aver ripetuto e ripetuto, mettetevi l'anima in pace inizierete a dimenticare.
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25/01/2012 12:15
 
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e se la proposta passa e la nostra università non rientra tra quelle prestigiose come la mettiamo?tutti a zappare? [SM=g2725403]
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25/01/2012 14:31
 
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Re:
cucciolottastupenda, 25/01/2012 12.15:

e se la proposta passa e la nostra università non rientra tra quelle prestigiose come la mettiamo?tutti a zappare? [SM=g2725403]




Sarebbe fantastico così almeno sapremmo quali sono le università prestigiose, cioè quelle che danno una formazione concreta. A quel punto potremmo decidere quale corso seguire e la nostra facoltà sarà costretta a migliorare la sua offerta altrimenti esce dal mercato. Gli studenti riceverebbero un vantaggio enorme a discapito dell'attuale status quo che premia solo le baronie.
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26/01/2012 13:28
 
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La proposta è abbastanza interessante e mi piace.
Però, mi sembra che stiamo un po' estremizzando certi discorsi. Naturalmente non conosco il voto di laurea del mio medico etc. etc. e neanche mi interessa.
Ma questo non significa che tanto vale prendere tutti 90, perché tanto è uguale ed anzi essere dei secchioni equivale a non sapere fare un cazzo nella vita.
Io non sono laureata con 110, ma con un voto un po' più basso, perché avevo la tipica media "mista" che comprendeva un po' tutti i voti e perché essenzialmente non sono mai stata una studentessa modello.
Molti voti che ho non rispecchiano la mia preparazione (nel bene e nel male), ma alcuni sì.
E posso dire che mi poi mi sono pentita di aver arronzato alcune materie per cui mi sono meritata un voto basso.
Avrei fatto bene a sbattere un poco la capa sui libri o avrebbe fatto bene il professore a bocciarmi.
E questo vale persino per alcune cose che non ho studiato con sufficiente impegno a scuola.
Quindi va bene considerare la preparazione, l'impegno e l'intelligenza di una persona al di là della fredda e non sempre esaustiva schematizzazione del voto, ma adesso non esageriamo.
Studiare, impegnarsi al meglio delle proprie possibilità per raggiungere il massimo dei voti non fa mai male, anzi... poi se non prendiamo il massimo non è una tragedia e nè significa che siamo dei falliti: i voti non sempre corrispondono all'impegno e alle capacità.







([SM=x43808])

Usa la funzione "Cerca"! [SM=x43666] La Funzione "Cerca" è il miglior amico del forumista! Non abbandoniamola...[SM=g2725338]
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26/01/2012 21:39
 
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L'abolizione del valore legale della laurea avrebbe ragion d'essere solo nel mondo delle professioni, ove la legge richiede un determinato titolo di studio per accedere agli esami di abilitazione, e nei concorsi pubblici.
Nel privato, invece, è già il mercato a differenziare i laureati di università diverse anche a parità di voto.
Ricordo che tempo fa un utente del forum fu crocifisso perché ebbe l'ardire di ricordarci la sorte di un curriculum vitae di un neolaureato proveniente dall'università di Fisciano o del Sannio, quando presenta la propria candidatura ad uno studio legale di livello elevato. Tale utente, in qualità di selezionatore, avrebbe volentieri utilizzato una laurea in giurisprudenza presa in certi atenei per espletare un suo particolare bisogno corporale. Ricordo ancora le reazioni scandalizzate a quella frase.
Ora, anche se i modi sono stati poco urbani, quell'utente ci ha dato una grande dimostrazione di quanto obsoleto sia il concetto di valore legale della laurea. In uno studio legale internazionale, così come in una banca d'affari, una laurea in giurisprudenza presa alla "Bocconi" ha un valore superiore della sua omologa conseguita all'Università del Sannio. I motivi di tale discriminazione, credo li condividiamo tutti.
Premesso ciò, per quale motivo crediamo sia giusto che un'azienda discrimini i laureati secondo la provenienza e non possa farlo lo stato?




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26/01/2012 22:28
 
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Re:
JuanManuelFangio, 26/01/2012 21.39:

L'abolizione del valore legale della laurea avrebbe ragion d'essere solo nel mondo delle professioni, ove la legge richiede un determinato titolo di studio per accedere agli esami di abilitazione, e nei concorsi pubblici.
Nel privato, invece, è già il mercato a differenziare i laureati di università diverse anche a parità di voto.
Ricordo che tempo fa un utente del forum fu crocifisso perché ebbe l'ardire di ricordarci la sorte di un curriculum vitae di un neolaureato proveniente dall'università di Fisciano o del Sannio, quando presenta la propria candidatura ad uno studio legale di livello elevato. Tale utente, in qualità di selezionatore, avrebbe volentieri utilizzato una laurea in giurisprudenza presa in certi atenei per espletare un suo particolare bisogno corporale. Ricordo ancora le reazioni scandalizzate a quella frase.
Ora, anche se i modi sono stati poco urbani, quell'utente ci ha dato una grande dimostrazione di quanto obsoleto sia il concetto di valore legale della laurea. In uno studio legale internazionale, così come in una banca d'affari, una laurea in giurisprudenza presa alla "Bocconi" ha un valore superiore della sua omologa conseguita all'Università del Sannio. I motivi di tale discriminazione, credo li condividiamo tutti.
Premesso ciò, per quale motivo crediamo sia giusto che un'azienda discrimini i laureati secondo la provenienza e non possa farlo lo stato?



C'e' troppa discriminazione in questa citta', sono scuole tutte e due sapete?
Eppoi siamo tutti sulla stessa barca ed io volevo dare un'idea generale. Via i dettagli tipo: la gente si perde sempre nei dettagli tipo... che scuola ho frequentato, che media avevo. Poteva essere del 6 oppure dello 0, non e' importante, quello che e' importante e' che io SONO, giusto?

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26/01/2012 22:47
 
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Re: Re:
ObbligazioneNaturale, 26/01/2012 22.28:


C'e' troppa discriminazione in questa citta', sono scuole tutte e due sapete?
Eppoi siamo tutti sulla stessa barca ed io volevo dare un'idea generale. Via i dettagli tipo: la gente si perde sempre nei dettagli tipo... che scuola ho frequentato, che media avevo. Poteva essere del 6 oppure dello 0, non e' importante, quello che e' importante e' che io SONO, giusto?




Non ho capito.



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26/01/2012 22:51
 
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Re: Re: Re:
JuanManuelFangio, 26/01/2012 22.47:



Non ho capito.




E' una citazione.

[Modificato da ObbligazioneNaturale 26/01/2012 22:51]
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27/01/2012 09:45
 
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Concorsi e diploma di laurea
Rivoluzione dei titoli di studio
Tutti i certificati online e in tempo reale, dalla nascita alle nozze

Ben nove articoli del nuovo decreto legge sulle semplificazioni riguarderanno e accresceranno qualificazione e competitività di scuola, università e ricerca scientifica. La laurea perderà peso nei concorsi pubblici, anche se non ne verrà abolito il valore legale. Anche il voto non avrà più valore. In pratica tutta la seconda sezione del provvedimento: dall’articolo 54 all’articolo 62. E’ questa una «corposa» novità del nuovo pacchetto preparato dal governo. Il testo del decreto (40 pagine e 67 articoli) che sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri è stato illustrato ieri dal premier Mario Monti al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. L’ultimo via libera è stato dato ieri sera in una riunione a Palazzo Chigi tra Monti e il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi. In questo modo, lunedì prossimo in Europa, il governo si presenterà con un altro incisivo intervento di modernizzazioni della macchina dello Stato: il secondo passo - dopo le liberalizzazioni - anch’esso chiestoci dalla Ue e dalla Bce. Internet sarà il principali alleato del cittadino e delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Una norma rafforzerà il potere della Commissione di garanzia per quanto riguarda l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali. Un’altra modifica permetterà al ministro dei Beni culturali di varare norme tecniche per la sponsorizzazione connesse agli interventi conservativi. Mentre l’Ambiente assumerà il controllo di tutte le riserve a carattere nazionale e internazionale. Miglioreranno i rapporti tra cittadini, imprese e burocrazia: dai certificati anagrafici immediati per nascite e matrimoni, alla maggiore facilità per le imprese di assumere lavoratori stranieri extra Ue, e di ottenere un’autorizzazione unica in materia ambientale per le Pmi. Partirà anche una sperimentazione per cui le Regioni potranno trasformarsi in territori a «burocrazia zero».
Maria Antonietta Calabrò

SELEZIONE
I voti peseranno meno nelle graduatorie, le prove varranno di più
Non è l’abolizione del valore legale del titolo di studio ma ci somiglia. Per la partecipazione ai concorsi pubblici la bozza del decreto sulle semplificazioni prevede all’articolo 9 «l’equiparazione dei titoli di studio e professionali nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina di livello comunitario». A parte alcuni casi come la laurea in medicina, dove esiste appunto una disciplina comunitaria, la laurea perderà peso nelle selezioni per la pubblica amministrazione. Non ci saranno punti in più a seconda del tipo di laurea (Economia o Giurisprudenza) e neanche in base al voto. Nella graduatoria finale, quindi, peseranno di più le prove del concorso rispetto ai titoli di studio. Un passo da collegare al nuovo sistema di accreditamento dei corsi di laurea: dal prossimo anno accademico tutti i corsi dovranno avere il via libera dell’Anvur, l’agenzia per la valutazione del sistema universitario. Che non si limiterà a dire sì o no ma darà anche un sintetico giudizio sul corso e quindi, indirettamente, su chi lo ha frequentato.
L. Sal.

FORMAZIONE
Verranno azzerati i fondi alle università telematiche
I ricercatori non più tutor Hanno sempre fatto discutere e negli ultimi anni si sono moltiplicate. Adesso per le università telematiche, che a distanza rilasciano lauree e pure dottorati, arriva un duro colpo. La bozza del decreto sulle semplificazioni (articolo 56 lettera e) stabilisce che vengono escluse «tutte le università telematiche dalla ripartizione di una quota dei contributi di cui alla legge sulle università non statali legalmente riconosciute». In particolare si tratta dei fondi per il merito, soldi che alle telematiche potevano arrivare grazie ad una norma introdotta dalla riforma Gelmini, ribattezzata «emendamento Cepu». Un’altra novità importante riguarda i ricercatori di tutte le università: ai ricercatori a tempo indeterminato non potranno più essere affidati «compito di tutorato e didattica integrativa». Dovranno fare ricerca, mentre fino ad oggi erano spesso utilizzati per alleggerire il carico di lavoro dei professori. Dopo le polemiche sui concorsi blitz, i bandi per i posti da ricercatore dovranno essere pubblicati in «Gazzetta Ufficiale».
L. Sal.

COSTRUZIONI
Una spinta all’edilizia Mercato libero per i box (non vincolati alla casa)
Chi ha un box di pertinenza di un abitazione o immobile, potrà venderlo indipendentemente dall’immobile, purché il box diventi «servente» di un altro immobile o abitazione. L’articolo 11 del decreto consentirà insomma la cedibilità del posto auto indipendentemente dall’appartamento cui è attualmente collegato. Si tratta di una norma che, facendo salvo il primario interesse pubblico a un legame «pertinenziale» tra immobile e posto macchina, permetterà di movimentare molto il mercato dei box e dei garage, al contempo permettendo ai propietari che non se ne servono più (ad esempio persone anziane) di smobilizzare un bene «congelato» potendo fare cassa con la sua vendita. Al tempo stesso permetterà di ridurre la congestione dei parcheggi soprattutto nelle grandi città. Si tratta di una «piccola» norma che però potenzialmente è in grado di «muovere» un pezzo di economia, liberando risorse adesso «congelate».

Corriere della Sera
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29/01/2012 13:10
 
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Assafà! università telematiche al rogo, così come dovrebbero essere appicciate un sacco di altre facoltà e soprattutto atenei! non prendiamoci in giro, esiste la facoltà di psicologia del cane e del gatto [SM=x43830] , con tutto il rispetto, ma non c'è bisogno di seguire all'università per diventare trainer, si impara molto più praticando certe discipline..ecco cosa vorrei davvero, che il sistema scolastico in generale fosse pervaso di pratica, viva i testi e i manuali, ma l'insegnamento teorico dovrebbe essere sostenuto dalla pratica.

Per quanto riguarda i voti, trovo che sia ragionevole dargli l'importanza che meritano: non c'è dubbio che un medico arronzone all'universià, si porterà dietro le sue lacune sempre, così come un medico che ha sempre studiato ogni materia approfonditamente, saprà individuare il problema facendo riferimento a quel paragrafo del manuale di anatomia o oncologia che gli sovviene guardando il paziente..lode al medico che ci riesce, ma siete sicuri che per fare tutto questo il medico in questione all'esame abbia avuto un bel 30 e lode? è la premessa necessaria al risultato? non potrebbe essere che il Professore (anch'esso professionista e dotato di libero arbitrio, sulle doti del quale si potrebbe altresì discutere) abbia valutato male l'esaminato dicendogli che non sarebbe mai diventato un buon medico? [SM=g2725402] ..
Io credo di sì, ecco perchè secondo me bisogna valutare il risultato, sia del lavoro dello studente che di quello dei Prof.

PS non so le altre università, ma la parthenope fa veramente piangere..cioè, fatevi un giro tra i dottori usciti da quell'esimio ateneo, e giudicate..magari guardando anche la vita libertina che conducono prima di arrivare alla laurea, con mia grande rabbia(dovendoli chiamare giuristi, quale cerco io stessa di diventare [SM=g2725337])..certo se lo fanno e prendono 110 e lode in 5 anni in tutto secchi, anche un po' prima in certi casi, è perchè programmi e proff lo consentono!..o no?
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03/02/2012 07:03
 
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Re:
JuanManuelFangio, 1/26/2012 9:39 PM:

L'abolizione del valore legale della laurea avrebbe ragion d'essere solo nel mondo delle professioni, ove la legge richiede un determinato titolo di studio per accedere agli esami di abilitazione, e nei concorsi pubblici.
Nel privato, invece, è già il mercato a differenziare i laureati di università diverse anche a parità di voto.
Ricordo che tempo fa un utente del forum fu crocifisso perché ebbe l'ardire di ricordarci la sorte di un curriculum vitae di un neolaureato proveniente dall'università di Fisciano o del Sannio, quando presenta la propria candidatura ad uno studio legale di livello elevato. Tale utente, in qualità di selezionatore, avrebbe volentieri utilizzato una laurea in giurisprudenza presa in certi atenei per espletare un suo particolare bisogno corporale. Ricordo ancora le reazioni scandalizzate a quella frase.
Ora, anche se i modi sono stati poco urbani, quell'utente ci ha dato una grande dimostrazione di quanto obsoleto sia il concetto di valore legale della laurea. In uno studio legale internazionale, così come in una banca d'affari, una laurea in giurisprudenza presa alla "Bocconi" ha un valore superiore della sua omologa conseguita all'Università del Sannio. I motivi di tale discriminazione, credo li condividiamo tutti.
Premesso ciò, per quale motivo crediamo sia giusto che un'azienda discrimini i laureati secondo la provenienza e non possa farlo lo stato?




http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2011-09-29/ecco-dove-studiano-avvocati-162707.shtml?uuid=AaqaBb8D

Qui si dice la stessa cosa, pur senza menzionare le minzioni dei vari selezionatori (che tuttavia non mi sento di escludere, anzi).

Ad ogni modo anche in quell'occasione ho sbagliato: è malvagio voler distogliere le persone dalle proprie rassicuranti convinzioni.


ps: faccio notare che la Federico II è citata da uno solo degli intervistati. Di questo passo scenderà sotto quella della Tuscia... del resto non ci vuole molto a confrontare la Guida Studenti di 10 anni fa con quella attuale...
[Modificato da .pisicchio. 03/02/2012 07:06]
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